“L'obiettivo è quello di rendere nuovamente e pienamente fruibile la visione e la visitabilità del ciclo pittorico e di stabilire un cronoprogramma degli interventi adeguato e realistico; il tutto nell'ottica di mantenere fruibile la visibilità del sito a cantiere aperto”. Così il Sindaco, Nicoletta Fabio, ha risposto, durante il Consiglio comunale di oggi, giovedì 15 maggio, all’interrogazione della consigliera Gabriella Piccinni del gruppo Partito Democratico sull’avvio dei lavori di restauro del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti nel Museo Civico di Siena.
“Nel Consiglio comunale dello scorso 17 ottobre – ha esordito il Sindaco – avevo spiegato che, a seguito della valutazione del materiale relativo alla diagnostica e ai sopralluoghi congiunti effettuati, è stata concordata tra l'amministrazione, la Soprintendenza e l’Istituto centrale per il restauro (Icr) l'istituzione di un ‘cantiere pilota’, consistente nella selezione di un'area campione per ciascuna parete su cui eseguire tutte le fasi dell'intervento di restauro, i cui protocolli metodologici, dopo un'adeguata valutazione, saranno estesi all'intero ciclo; pertanto, l'istituzione del cantiere pilota ha segnato di fatto l'inizio della fase operativa del restauro. Ripercorrendo i vari passaggi, avevo ricostruito quindi l’iter e le modalità del cantiere pilota fino alla data del 10 ottobre, quando la restauratrice incaricata, Anna Brunetto, ha trasmesso all’amministrazione il progetto scientifico relativo ai test di pulitura laser, trasmesso alla Soprintendenza per l’autorizzazione, autorizzazione giunta il 17 ottobre. Con una determinazione dirigenziale del 4 dicembre 2024 questi test di pulitura laser sono stati affidati ad Anna Brunetto e sono stati eseguiti dal 3 all'11 febbraio 2025 con varie tipologie di laser sotto la supervisione, con sopralluogo diretto dal 5 al 7 febbraio, dei funzionari dell'Icr e della Soprintendenza”.
“Come confermato dalla relazione rimessa da Anna Brunetto e dall'Icr in data 17 marzo – ha proseguito il primo cittadino – la pulitura laser, eseguita con strumentazioni e parametri differenti a seconda dei materiali costitutivi della pellicola pittorica, del suo stato di conservazione e della natura delle sostanze di restauro applicate, è risultata efficace, permettendo la rimozione controllata degli strati di ossalati di calcio, resistenti alla pulitura chimica, e la totale o parziale asportazione delle ridipinture eseguite nelle estese aree di abrasione e lacuna della pellicola pittorica nei precedenti interventi di restauro, evitando tuttavia la solubilizzazione e movimentazione di sali e di sostanze presenti nell’intonaco che avrebbero potuto generare macchie e gore sul colore. All'interno delle sopraddette relazioni è consigliato, al fine di una definizione puntuale dei capitolati tecnici, un ulteriore ampliamento e perfezionamento delle metodologie fino a ora applicate in sede di cantiere pilota anche con sistemi combinati tra puliture chimiche e laser, ma questa valutazione ci riserviamo di affidarla al Comitato scientifico che supervisionerà l’intero progetto. Con lo stesso Comitato scientifico si valuterà anche se e come presentare alla cittadinanza i risultati finora ottenuti e il prosieguo dell’operazione”.
“Al fine di agevolare un coinvolgimento diretto nella costituenda commissione scientifica e consultiva di istituzioni di eccellenza sia senesi che nazionali – ha poi spiegato Fabio – l'amministrazione, con una deliberazione del 21 gennaio 2025, ha approvato lo schema di convenzione con l'Icr di Roma, all'interno del quale in dettaglio il Comune ha affidato all'Isitituto: la consulenza tecnico-scientifica relativa alla definizione degli interventi conservativi; l’effettuazione della verifica della progettazione; la consulenza tecnico-scientifica; la consulenza per la conservazione programmata e la valorizzazione dell’opera. Abbiamo inoltre richiesto alle due università di designare uno storico dell’arte medievista, ed i nominativi ci sono stati forniti sia da Unistrasi che da Unisi; tali membri saranno affiancati da altri storici dell’arte già individuati. I nominativi saranno resi noti al momento della loro effettiva nomina, che arriverà comunque entro i primi di giugno. Il Comitato avrà a disposizione tutto il materiale fin qui acquisito per valutare di concerto con Soprintendenza e amministrazione comunale i passi successivi, fermo restando che la sala tornerà visitabile appena rimosso l’attuale ponteggio e durante le operazioni che si riterranno necessarie”.
“Concluso infatti il cantiere pilota – ha proseguito il Sindaco – intenzione dell’amministrazione era quella di rimuovere l’attuale ponteggio e riportare la sala al naturale percorso museale, concordando con quanto da lei stessa sottolineato dopo la mia risposta alla sua precedente interrogazione, cioè che il ciclo è stato creato per essere osservato da terra e non da quell’altezza e da vicino. Abbiamo però condiviso con la Soprintendenza la necessità, o meglio l’opportunità, di rimuovere le tracce delle analisi effettuate prima della riapertura al pubblico, ed è questa la ragione per cui al momento le visite sono sospese. In esito agli ultimi incontri e riunioni, nei giorni scorsi si è provveduto a inoltrare una comunicazione riguardo lo smontaggio del ponteggio di servizio, nelle more della definizione degli interventi di pulitura o restauro da concordare. Proprio nella settimana corrente l'Icr ha provveduto per le vie brevi a comunicare i nominativi di tre restauratori in grado di poter produrre apposita documentazione e quantificare gli interventi occorrenti”.
“Posta la superiore conservazione del bene – ha concluso il Sindaco Fabio – l'obiettivo è quello di rendere nuovamente e pienamente fruibile la visione e la visitabilità del ciclo pittorico e di stabilire un cronoprogramma degli interventi adeguato e realistico. L'idea è quella che gli interventi, qualunque ne sia la tipologia, siano da eseguirsi non su tutte le superfici in contemporanea, ma prevedendo di lavorare sulle varie pareti in sequenza; il tutto nell'ottica di mantenere fruibile la visibilità del sito a cantiere aperto, sempre con l'accordo dell'Ispettorato del lavoro, con il quale è stato sottoscritto a suo tempo apposito protocollo”.
La consigliera Gabriella Piccinni (gruppo Partito Democratico) si è dichiarata “non soddisfatta dalla risposta. Come spesso accade gli aspetti tecnici rendono la risposta complessa, così come la replica. Tuttavia, rilevo alcune contraddizioni. Quando si afferma che saranno nominati i nuovi componenti del comitato scientifico, mi permetto di osservare che tale comitato andava istituito e reso operativo fin dall'inizio del percorso. Non può intervenire successivamente, a lavori già avviati e a decisioni già assunte. Un comitato scientifico, per essere davvero efficace, deve accompagnare tutte le fasi del progetto sin dall’avvio. L’intervento era stato presentato inizialmente come una semplice operazione di ripulitura: oggi lei ci dice che ancora non sappiamo se si tratterà di un restauro o di una ripulitura, e tra le due c’è una differenza sostanziale. Inoltre, l’Istituto Centrale per il Restauro, che ha inviato qui una sua tecnica, è diretto da uno storico dell’arte: un chiaro segnale che l’approccio tecnico e quello storico-artistico devono procedere insieme, in modo integrato. Ci sono dei ritardi evidenti nei tempi di esecuzione, e questo è uno dei problemi principali in tema di gestione dei lavori. Sono ormai tre anni che attendiamo una definizione chiara su questo intervento, e non è un dettaglio da poco. Il restauratore non è un genio solitario chiamato a inventare soluzioni in autonomia: ha bisogno di un comitato scientifico che lo guidi e lo affianchi nelle scelte. Nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi ho sentito parlare di ‘buchi da richiudere’ e immagino ci si riferisse ai saggi stratigrafici effettuati. Tuttavia, l’uso di questo termine è preoccupante: non si fanno ‘buchi’, si fanno saggi, e se si è trattato di un errore comunicativo, sarà necessario chiarirlo attraverso relazioni tecniche. In ogni caso, le parole usate pubblicamente su questi temi devono essere sempre molto precise. Infine mi chiedo quale sia stata l’utilità di tutte le tecnologie e innovazioni digitali applicate, se dopo tre anni siamo ancora fermi in questo punto. Si sente dire spesso che Siena non può vivere solo di conservazione, ma io mi chiedo dove sia, concretamente, questa azione di conservazione. Nelle parole ascoltate avverto una certa preoccupazione, che purtroppo condivido. I tempi sono incredibilmente lunghi, e ciò comporta una responsabilità politica precisa. Stiamo parlando, probabilmente, della seconda opera più importante della città dopo il Duomo, ed è di proprietà comunale. Il patrimonio artistico senese deve essere inserito in un progetto storico e artistico organico: non può rimanere un’idea scritta su un foglio di carta”.